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Dott.ssa Elena Coradeschi
Biologa Nutrizionista & Farmacista
#LaNutrizioneèunaforzadellaNatura
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La Nutraceutica e gli alimenti funzionali

Negli ultimi anni è cresciuto sempre più l’interesse della popolazione verso il benessere psicofisico e la salute, accompagnato dalla ricerca di rimedi generalmente definiti “naturali” per la prevenzione e la cura delle malattie. In quest’ottica, gli alimenti diventano funzionali (Diplock et al., 1999) ed è qui che entra in gioco la nutraceutica.
"Fa che il cibo sia la tua medicina e la medicina sia il tuo cibo!" (Ippocrate)
Il termine "nutraceutica", coniato nel 1989 da Stephen De Felice, è una sincrasi delle parole "nutrizione" e "farmaceutica", ed è quella scienza che si interessa allo studio dell’azione benefica e curativa degli alimenti che si pongono quindi al limite tra l'alimento ed il farmaco (Pandey et al., 2010). Il modo più semplice per definire la differenza tra i prodotti farmaceutici e alimenti funzionali è quello di ammettere che i farmaci sono realizzati in laboratorio mentre gli alimenti funzionali sono realizzati da “Madre Natura”. A lungo termine i farmaci possono presentare effetti devastanti sia sull’uomo come ad esempio effetti tossici sulla proliferazione cellulare (Pomati et al., 2006), il diffondersi dell’antibiotico-resistenza (Kummerer, 2004) ma anche sull’ambiente in quanto causa di inquinamento (Daughton et al., 1999). I progressi della scienza analitica hanno consentito di rilevare i farmaci come residui nell’ambiente e di valutarne l’eventuale eco-tossicità anche se presenti in quantità relativamente piccole (Kot-Wasik et al., 2007). I farmaci sono una classe di inquinanti ambientali ubiquitari, contaminano l’ambiente attraverso una serie di fonti diffuse ma la fonte principale dell’inquinamento è il paziente stesso (Daughton et al., 1999). Una volta somministrati, molti farmaci non sono metabolizzati e vengono escreti come tali. Con le acque fognarie raggiungono i depuratori che non sono in grado di degradare molecole complesse. Molte di queste sostanze persistono quindi nelle acque di scarico depurate e contaminano l’ambiente (Castiglioni et al., 2006). Inoltre nella società industrializzata di oggi, il cambiamento dei modelli di dieta e degli stili di vita ha determinato un costante aumento di patologie come il diabete, le malattie cardiovascolari e l'obesità. Tutte patologie spesso associate a una dieta non sana e a una condizione di stress (World Health Organization, 2003). A tal proposito, l’alimentazione può essere uno strumento estremamente utile per raggiungere e soprattutto mantenere uno stato di salute. Infatti un'alimentazione sana promuove il benessere, migliora la qualità della vita e può persino allungarla. Il cibo contiene tutte le sostanze nutritive necessarie per le funzioni del corpo umano, per il benessere e per il mantenimento dello stato di salute (Cocchi et al., 2005). Con il passare del tempo si sta sempre più affermando il concetto per cui per raggiungere il vero benessere umano occorre assumere comportamenti e stili di vita più consapevoli e responsabili, rispettosi di sé e dell’ambiente che ci circonda, a 360 gradi: dall’alimentazione al modo di sfruttare energie e risorse ambientali fino a quello di curarsi. Per tutti gli esseri viventi il cibo è necessario per vivere, ma la qualità, la quantità e la tipologia di questo cibo influenzano lo stato di salute sia dell’uomo che dell’ambiente. Ciò significa che è importante scegliere ogni giorno un’alimentazione che sia sostenibile per il nostro pianeta e fonte di benessere per gli individui.
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Gli alimenti funzionali
Un alimento può essere considerato ‘funzionale’ se è sufficientemente dimostrata la sua influenza benefica su una o più funzioni del corpo, oltre ad effetti nutrizionali adeguati, tanto da risultare rilevante per uno stato di benessere e di salute o per la riduzione del rischio di malattia (Pandey et al., 2010). Gli effetti benefici potrebbero consistere sia nel mantenere che nel promuovere uno stato di benessere o salute e/o in una riduzione del rischio di un processo patologico o di una malattia (Diploch et al., 1999). Negli ultimi anni gli alimenti funzionali sono stati intensamente studiati per valutare i loro effetti sulla salute. L'impulso scatenante di questa indagine scientifica è il risultato di numerosi studi epidemiologici che hanno dimostrato effetti protettivi delle diete a base di piante su molte malattie cardiovascolari e sul cancro (Kris-Etherton et al., 2002); un elevato consumo di alimenti a base vegetale come frutta e verdura, noci e cereali integrali è associato a un rischio significativamente più basso di malattia coronarica e ictus (Hu et al., 2003). La quantità di componenti naturali che attribuiscono ad una pianta la capacità di avere un effetto positivo su particolari funzioni dell’organismo, e che quindi lo rendono un alimento funzionale, è in gran parte influenzata da fattori genetici, condizioni ambientali, ma anche dalla germinazione, dal grado di maturazione, dalla varietà e dall’elaborazione (Bravo et al., 1998). Di conseguenza diventa di particolare importanza la provenienza del prodotto. La disciplina che si occupa dello studio di questi alimenti funzionali sopradescritti è nota con il termine di nutraceutica (Kalra, 2003).
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